giovedì 9 febbraio 2012

"Potrei parlare con tua madre? c'è qualcosa di strano in te".

Ecco cos'ha detto la mia prof alla consegna delle pagelle.
Sai che novità! tutti miei prof, già dalla prima elementare, mi trovavano strana.
Non parlo in classe. Quando i prof mi rivolgono domande la frase più lunga che riesco a dire è "non lo so".
Ma cosa dico, non sono neanche in grado di rispondere così. I prof non mi fanno più domande da tempo perché sanno già che non gli risponderò. Se mi chiedono qualcosa fanno in modo che la mia risposta possa essere o "si" o "no": questo è il massimo che riesco a fare.
Non fraintendetemi: la mia pagella è buona e l'unica materia sotto è l'orale (chissà come mai) di matematica (materia che continuo a non capire nonostante ore e ore di ripetizioni)
Ho pochissimi sei, quattro o cinque otto e il resto sono sette. E' accettabile. Non è ciò che vorrei, ma è accettabile.
il problema è che non parlo, certo.
Non parli, sei pazza.
Parli, sei maleducata.
è ovvio. Non gli va mai bene un cazzo.
Fino alla terza elementare parlavo tranquillamente in classe, rispondevo spontaneamente alle domande della maestra ed esprimevo la mia opinione. Parlavo anche con i miei compagni però. E io sono molto emotiva, quindi quando devo esprimere un' emozione esagero. Parlare con loro mi faceva stare bene, facevano delle battute e io ridevo, ridevo e ridevo.
Questo era il problema: non dovevo ridere.
Le maestre scrissero note su note. Mia mamma le nascose a mio padre ma lui le scoprì, mi picchiò, mise tutti miei giocattoli in un'enorme sacca di plastica e mi giurò che non li avrei mai più rivisti. (mi ricordo ancora la scena: io in lacrime sotto la scrivania, mio padre che stringeva la busta trasparente, i miei giocattoli schiacciati lì dentro.).
Cambia radicalmente.
Non pronunciai più nemmeno una parola. Gli insegnati si preoccuparono e iniziarono a rompere le palle con un altro problema: sua figlia sembra un zombie.

Ovviamente non è stata solo questa la causa: mio padre è un uomo severo e autoritario. I miei parenti continuano a ripetergli che non deve essere così duro con me ma lui se ne frega. Pretende la perfezione e tutto il resto per lui è merda. Io non sono perfetta da nessun punto di vista. Io sono merda. 
Si arrabbia circa due volte a settimana. Ogni volta la litigata è sempre peggiore. 
Quando penso alla mia infanzia ho solo flaschback di scene orribili.
Ricordo solo le mie urla, i miei pianti, le sue parole che nel giro di poco tempo sono diventate la mia condanna.
Le sento rimbombare nella mente ogni volta che guardo mio padre.
Si accumulano ogni giorno di più, non mi danno mai tregua.
Cerco di dimenticarle ma le litigate con mio padre le riportano a galla.
E non posso mai dire nulla perché altrimenti lui si arrabbia ancora di più. Devo solo stare zitta, stare zitta e subire, subire e subire.
Mi tengo tutto dentro e piango. Piango perché è il mio unico modo di sfogarmi.
Piango quando sono triste e quando sono arrabbiata. Piango perché non posso urlare.
Ricordo solo rimproveri su rimproveri, ricordo che ogni mio momento di felicità è stato seguito da un senso di colpa.

Ecco cosa ricordo di tutta la mia vita: l'elenco dei miei sbagli.

Come possono i professori pretendere che io esprima la mia opinione quando sono abituata a non farlo? 
Come possono pretendere che io risponda alle loro domande senza avere paura di quello che succederà se sbaglio?
Sono abituata ad essere punita. Sono abituata ad avere paura.
Non possono chiedermi questo, non ci riesco.
Ci ho provato, non ce la faccio.
Mi blocco.

Scusate per il post lungo, avevo bisogno di sfogarmi e scrivere è l'unico modo che ho per farlo.

mi ricordo una frase che mi ha detto un mio amico: "hai la stessa faccia di una moglie che viene picchiata dal marito"

Probabilmente è questa l'impressione che do. Forse pensano che io sia molto triste.

Devo iniziare a costruirmi una maschera e a nascondermi dietro di essa.

6 commenti:

  1. Tesoro mi dispiace tantissimo per tutto quello che hai passato. Posso solo immaginare come tu ti senta. Purtroppo gli insegnanti non si sforzano mai di capire il motivo del comportamento di una persona, nella maggior parte dei casi si limitano solo a sputare giudizi superficiali.
    Di tutto questo dovresti parlare con qualcuno, non tenerti tutto dentro altrimenti porterai questi traumi con te tutta la vita e sarà sempre più difficile superarli. Non nasconderti dietro una maschera, peggiorerà solo la situazione te lo assicuro tesoro.
    Ti stringo forte

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  2. Questo post mi riempie il cuore di tristezza...incomprensione,ecco di cosa soffriamo tutte.Incomprensione da parte dei genitori,nel tuo caso da tuo padre in particola,incomprensione dai parte dei professori che neanche provano a scendere un pò più in profondo sotto l'apparenza,incomprensione da parte degli amici che a provare di capirti neanche ci provano!
    Trova qualcuno con cui sfogare tutto questo,un'amica ,un professore un qualsiasi adulto di cui ti fidi,instaura un rapporto con qualcuno,così che egli possa comprenderti un pò di più..In fondo la scuola è un luogo piacevole perchè è come una seconda casa ci passi un sacco di tempo e devi farlo per forza di cose ,quindi perchè non provare a far cambiare le cose e a rompere il silenzio?
    Ti abbraccio piccola

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  3. Sono senza parole dopo aver letto la tua storia, mi sento impotente...anzi sono impotente di fronte a tutto questo dolore e spero solo che un giorno, in un modo o nell'altro riuscirai a riscattarti da questa sofferenza con una felicità infinita... te la meriti davvero tanto. Ti seguo splendore, e ti mando un grande bacio.

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  4. Leggere queste parole mi rende davvero triste, anche se mai sarò in grado di capire come ti senti.
    Ma questo mi fa capire che sei forte, sei davvero forte tu.
    E' difficile convivere con la persona che dovrebbe amarti più di ogni altra cosa, quando tutto quello che ti dimostra, e il disastro che credi di essere.
    Loro sono le persone che più ti feriranno, perché è come se avessero il tuo cuore in mano, e tu sei così vulnerabile.
    Ma sono anche quelle che potrebbero darti gioia profonda con un gesto insignificante.
    Non conosco tuo padre, non conosco te.
    Ma sono sicura che c'è qualcos'altro dietro.. quando sfoghi la tua rabbia, vomiti quello che hai dentro. Vedi tutto così imperfetto. Forse anche lui ha qualcosa da vomitare, e non sapendo come, lo fa ignorando i problemi, come se la speranza lo rendesse cieco a tal punto da non vedere ciò che è proprio davanti a lui. La tua sofferenza.
    Non soffocarti piccola, sfogati pure quanto vuoi.
    Non permettere che la sua rabbia verso il mondo, sia causa della tua infelicità.
    Se tutto questo non ha senso, allora perché farlo diventare un coltello che ti lacera dentro?
    Perché non ricordare come ci si sente a sorridere, come ci si sente a parlare?
    Ti voglio bene, sii forte.

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  5. ho trovato il tuo blog solo oggi.. e leggere questo post mi ha fatto tanta tenerezza.. mi sono rivista in molte delle tue frasi, lo stare zitta, il non poter replicare, il dover subire e avere come unico sfogo il pianto.. ti capisco bene.. solo che nel mio caso era mia madre..
    piccola posso chiederti quanti anni hai?
    si capisce tutta la tua sofferenza.. ma non sei tu quella sbagliata, forse sono loro che sbagliano che non sanno come essere genitori.. forse sono loro quelli strani che non riescono a capirci..
    non farti mai cambiare devi rimanere sempre te stessa perchè sei la cosa più bella che c'è già così come sei e si capisce dalle tue parole.. non hai cattiveria dentro sei pulita come pochi riescono ad essere

    un abbraccio fortissimo
    niki

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    Risposte
    1. Ho quindici anni :)
      Ti ringrazio per il tuo commento e per la tua comprensione.
      Grazie davvero.
      Scusa se ti ho risposto tardi ma è stato un brutto periodo.

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